In una giornata luminosa
Sedici anni scorrono in un soffio.
Ieri era una giornata luminosa, calda, nitida perfino per una città come Milano. Camminavo con il mio cane, un animale anziano di sedici anni, che mi seguiva faticosamente. Sono stagioni sempre più strane quelle che si presentano in città e dappertutto, in montagna come al mare. Però ieri, a dispetto della follia delle stagioni e del global warming, la città sembrava dolorosamente bella. Percorrevo una via di periferia in mezzo a due condomini.
Nel mezzo di un canyon
Mi sembrava di essere nel mezzo di un canyon decorato da macchie di colore. Erano due filari di alberelli in piena esplosione primaverile, le chiome gonfie e viola. Rendevano bella una squallida via di periferia. Chissà se, come me, il mio cane percepiva la bellezza di questa esplosione di colori in mezzo al cemento? Il mio cane ha sedici anni. Ci ha accompagnati in una parte felice della nostra vita. Apparteneva a una cucciolata di otto cani nati a Firenze; è l’unica sopravvissuta dei suoi fratelli e sorelle. È quasi un miracolo, perché è un cane di taglia grande. Di solito i cani della sua taglia non superano i dodici – tredici anni.
Ci ha accompagnato in una parte importante della nostra vita. Quando la portammo a casa, le prime volte, si muoveva come una veloce palla nera sul terrazzo di casa. Rincorreva le palline che i miei figli le lanciavano, finché si accasciava distrutta a terra. Era il segnale, per i miei figli, di smetterla di giocare con lei.
Tra i prati e i boschi
È cresciuta insieme ai miei figli, tra i prati e i boschi di Firenze, ci ha accompagnato nei momenti felici e tristi della nostra vita, nel trasferimento da Firenze a Milano. Sedici anni sono un istante della nostra vita, anche se dovrebbe essere un lungo periodo della nostra esistenza. Sedici anni sono passati, sono quasi alle nostre spalle. Così io e i miei figli abbiamo percepito la sua compagnia, un soffio nella nostra vita, purtroppo.
Lei è stata – è una testimone silenziosa delle nostre esistenze. Invecchiando, lo so che sembrerà paradossale a chi non ha mai avuto un cane, ha assunto dei tratti ‘umani’. Nella fisionomia fisica; il suo muso spruzzato di bianco in maniera unica e originale, il mantello che ha cambiato di colore e in quella che non saprei come chiamarla, fisionomia ‘spirituale’? Con gli anni ha sviluppato uno sguardo attento alle nostre parole, al movimento dei nostri occhi, alle inflessioni della voce, ai comandi vocali.
Siamo sicuri che abbia sviluppato la capacità di comprendere un nostro numero limitato di parole. Dei miei figli, Giacomo non ne è così confidente. Ho cercato di convincerlo, riportandogli l’esempio dei cani guida dei ciechi. Sono in grado di comprendere un centinaio di comandi vocali e non sono i gesti o la mimica ad aiutarli, ma proprio le parole.
La capacità di capirci o farsi capire
Mano a mano che al nostro cane è venuta meno la forza fisica, più ha sviluppato la capacità di capirci o farsi capire. Così ci è sembrato. Ora dipende completamente da noi. Sta poco da sola in casa. Segue a rotazione chi rimane a casa, accucciandosi dappertutto. E fuori, ormai, quando la accompagniamo, sembriamo diventati i suoi badanti, con tutto il rispetto per i badanti veri e propri dei grandi anziani. Anche lei, per noi, è la nostra grande anziana: cammina con fatica, vede poco, annusa per sopperire ai sensi perduti, la sera si smarrisce irrequieta nel sonno. Non gioca più, è indifferente agli altri cani, lei che era un cane giocoso e di compagnia.
Ne parli come una persona
I miei ragazzi mi domanderanno; ma papà ne stai parlando come una persona. Non è una persona, lo so, ma come chiamarla allora? Ci ha accompagnato con generosità nelle nostre vite senza chiederci nulla, giocando a lungo con noi, camminando sui sentieri, nuotando nei laghi di montagna e al mare. É stato uno spettacolo magnifico vederla correre inseguendo degli animali che solo lei vedeva e inseguiva con il naso. Ora si sta perdendo in un mondo sempre più solo suo, con uno sguardo che vorrebbe parlare ma non parla più. Sedici anni sono un soffio per la sua vita e per la nostra.
Photo credit – David Rangel